Rispetta se vuoi essere rispettato

Il rispetto è uno dei valori sociali più alti. Lo è per il sottoscritto e dovrebbe esserlo per tutti. Il rispetto è difficile da definire a parole: esso si percepisce quando c’è da e verso di noi. Ad esempio una persona che mette a repentaglio la propria vita per salvarne un’altra merita il mio rispetto (e la mia ammirazione); uno sconosciuto che mi aiuta quando mi trovo in un momento di bisgono lontano da casa merita il mio rispetto (e la mia gratitudine). Ma il rispetto non lo si trova e non lo si vede solo negli scambi diretti, siano essi pratici od emozionali. Rispetto molte persone che non conosco direttamente: la loro fama spesso li precede. I loro atti sono degni di rispetto, le loro parole sono degne di rispetto.

Da molto tempo questo alto valore si è però miscelato con la paura e con il bisogno. Da qui sono nati il “rispetto” per il mafioso locale, il “rispetto” per le forze dell’ordine, il “rispetto” per il datore di lavoro.

Cosa vorresti fare? Non concedere il tuo rispetto a questi soggetti? Almeno quello finto, solo superficiale, deve esserci. Pena un sa co di guai. Il rispetto si è quindi deprezzato, si è corroso. Il vero rispetto è ormai segretamente celato nei cuori delle persone comuni.

Ed è per questo che nella società odierna non c’è più rispetto per una saggia persona anziana ma si rispetta il riccone del paese, un mafioso merita più rispetto di un padre di famiglia che lavora duramente ogni giorno per i suoi cari.

Il mio rispetto fino all’inchino è per le persone di buona coscienza, i saggi, gli illuminati, i fantasiosi, i creativi, i rivoluzionari, i poeti, gli artisti, gli anticonformisti.

Il mio rispetto NON è per i corrotti, i presuntuosi, gli arrivisti, i politici, i delinquenti, i falsi, gli sfruttatori del bisogno altrui ed i mezzi uomini.

E tu, tu che mi leggi, tu in particolare rientri in quasi tutte le ultime categorie. Io lo so, tu lo sai, la tua coscienza lo sa.