Un “dramma” secondario del Covid.

Oggi decido di iniziare a guardare la 22a stagione di Law & Order Special Victims Unit, serie lunga e tra le mie preferite. Realizzo subito che è stata registrata dopo maggio del 2020: nella prima scena le persone indossano le mascherine e si parla di George Floyd. Per me è un trauma. Io adoro le serie tv, specialmente del genere “crime”, ma non amo quando in queste si parla della vita reale. Così scena dopo scena, mascherina dopo disinfettante, “black lives matter” e razzismo attuale, mi sale l’ansia. Non mi era mai successo neanche ai tempi dell’11 settembre (e di citazioni su quella data se ne trovano a migliaia nelle serie tv). Il COVID sta segnando un periodo storico ed un cambio di vita così drastici che anche l’attacco alle torri gemelle adesso mi sembra poca cosa (col dovuto rispetto delle vittime di allora).
Ed anche e fortemente il problema razzismo, gli attacchi e le condanne (finalmente!) agli abusi della polizia sono un qualcosa di mai visto prima.
Decido di leggere la trama della seconda e terza puntata prima di guardarle: “Maria, una studentessa italiana, sparisce. L’Unità vittime speciali, indagando, scopre che la ragazza non prendeva seriamente il COVID e che forse è morta a causa del Coronavirus.”

Credo che non lo guarderò più.